Quanto costa diventare franchisor? Tutte le voci di spesa

Quali sono i costi da sostenere per avviare un franchising? Vediamo le principali voci da considerare e capiamo qual è il budget minimo da allocare.

Il franchising viene visto spesso come un mezzo di sviluppo a costo zero, che permette di espandere il brand esclusivamente utilizzando la leva finanziaria fornita dagli imprenditori affiliati. 

Si tratta di una semplificazione molto simile a quella di chi pensa di poter avviare un progetto ecommerce semplicemente attivando un sito fai-da-te. 

In realtà il franchising è un canale specifico che permette di accelerare e moltiplicare la crescita: certamente una leva per lo sviluppo, ma una leva che ha un costo preciso e specifico. Ma quanto costa diventare franchisor?

Va considerato che il franchising si regge sulla condivisione in rete di 3 pilastri assolutamente obbligatori:

  • Segni distintivi (marchi, format)
  • Know-how
  • Assistenza alla rete

Senza questi non ci sono i presupposti sostanziali per parlare di franchising.

Inoltre è ormai assodato che i confini tra canali commerciali (ecommerce, retail, wholesale, vendita diretta, vendita a domicilio) tendono progressivamente a sparire. Pertanto avviare un canale franchising che non preveda anche dei meccanismi di integrazione e rinforzo con gli altri canali sarebbe un’impresa destinata al fallimento sicuro.

Per questo motivo se l’azienda non ha previsto un budget preciso per la costruzione e lo sviluppo di questo canale, è assolutamente sconsigliabile avviare un progetto franchising.

Premesso che i costi di creazione e sviluppo di una rete in franchising sono assolutamente eterogenei in relazione al settore e/o al mercato target, si può cercare di orientarsi analizzando le voci di spesa ricorrenti nei sistemi franchising.

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Le voci di spesa per avviare un franchising

Dando per assodato che il modello di business abbia una sua Unique selling proposition e sia sviluppabile in franchising, facciamo un primo elenco delle voci di spesa che vanno considerate in un progetto di sviluppo in franchising.

1. Costi relativi allo studio di fattibilità

Prima di partire con un progetto andrebbe fatto un serio studio di fattibilità che verifichi la concorrenza nel mercato di riferimento, la replicabilità del business, i costi connessi alla realizzazione del package, i costi di sviluppo e gestione della rete. Difficile dare un range indicativo, ma un serio studio di fattibilità condotto da professionisti non costa mai meno di una decina di migliaia di euro.

2. Costi relativi alla creazione del package

Essi includono:

  1. Costi di creazione e protezione dei segni distintivi: marchio, format e brand identity
  2. Costi relativi alla formalizzazione del know-how (manuali, organizzazione, procedure)
  3. Costi di verifica del package (pilotage)

Anche in questo caso i costi sono diversissimi, ma non scendono mai sotto i 15-20.000€, anche con soluzioni fatte in estrema economia.

3. Costi relativi allo sviluppo della rete

Tra questi troviamo: strumenti di marketing per attrarre i franchisee, costi di commercializzazione del pacchetto, campagne di advertising, costi legati alla costruzione degli strumenti di recruiting, costi relativi alla selezione dei potenziali franchisee. I costi sono legati alle ambizioni di sviluppo del brand, ma prendendo come riferimento un perimetro nazionale italiano, stiamo parlando di alcune decine di migliaia di euro l’anno.

4. Costi di gestione della rete

Vanno messi in conto costi per: assistenza agli affiliati da sede, formazione, controllo, assistenza sul territorio, costi di aggiornamento del package. I costi sono in questo caso assolutamente una variabile determinata dalla dimensione della rete e dalla complessità del business. Questi costi devono essere però sostenuti dalle royalties e dai transfer price applicati alla rete stessa.

Quindi, quando costa diventare franchisor?

Cercando di fare qualche scenario plausibile di sviluppo di un progetto franchising di portata nazionale, potremmo ipotizzare un investimento complessivo che va da un minimo di 150/200.000 € in 3 anni per i progetti più semplici e gestiti “in economia” a cifre che possono tranquillamente superare il milione per progetti più ambiziosi in termini di sviluppo e complessi in termini di gestione.

Si tratta di un range così ampio che diventa assolutamente aleatorio se non concretizzato su esempi concreti, ed è – a nostro parere – assolutamente inutile cercare qualche linea guida o formula valida per tutte le situazioni, tante e diverse sono le variabili in gioco.

Ci sono inoltre una serie di colli di bottiglia e trappole legate a fattori soft (culturali, di linguaggio, di relazione ed introduzione), che possono essere gestiti solo da professionisti con le giuste competenze ed esperienza.

Avviare un franchising: il giusto metodo

In altre parole non esiste un manuale fai da te per sviluppare un sistema in franchising, ma solo un approccio sistematico e un metodo per portare avanti progetti seri e sostenibili.

Per questo motivo, lungi dal voler dare una formula semplice e valida di successo, ci sentiamo di suggerire qualche regola metodologica che possa aiutare nello sviluppo di un progetto in franchising:

  1. Fare una analisi della situazione di partenza aziendale: in questo senso il nostro Re-Up! può essere un’ottima base per valutare le opzioni strategiche dell’azienda a 360 gradi.
  2. Sviluppare uno studio di fattibilità prima di avviare il progetto.
  3. Redigere un business plan di medio lungo termine, tramite professionisti che abbiano un track record provato e consolidato di progetti franchising di successo e che si interfaccino con i professionisti dell’azienda (commercialisti e legali).
  4. Istituire da subito un solido sistema di controllo di gestione, stabilendo dei parametri chiave per il controllo della sostenibilità del sistema franchising di lungo periodo.
  5. Quantificare in modo preciso il fabbisogno finanziario totale, identificando le fonti di finanziamento corrette per questo tipo di progetto.
  6. Mettere sotto controllo da subito la generazione di flussi finanziari e verificarne la sostenibilità nel tempo.
  7. Strutturare l’organizzazione dell’azienda a supporto del progetto.

Possono sembrare consigli scontati ed ovvi, ma solo applicando un metodo di lavoro si possono ottenere risultati duraturi. Il limite delle PMI italiane rispetto ai concorrenti stranieri non discende dalla mancanza di idee e creatività (che abbonda nella nostra penisola), ma deriva proprio spesso da questa mancanza di metodo. Non è un caso che nei settori per cui gli italiani sono riconosciuti a livello mondiale (food, fashion and furniture), i colossi sono spesso di origine e/o in mani straniere.

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Andrea Maria Meschia

Andrea Maria Meschia

Sono un manager e imprenditore sostenitore del management-by-doing, con trentennale esperienza in start-up e gestione di Franchising, Retail e distribuzione Wholesale.